Profeta
rasta, filologo del reggae, inventore dell'afro-pop, leader del più
grande movimento pacifista degli anni '70, Bob Marley è stato tutto
questo e molto altro. Rigoroso, assoluto e dissoluto: una ventina di
figli sparsi per il mondo (dei quali una decina legalmente
riconosciuti) e una morte dolorosa, per tumore, evitabile ma non
evitata. Marley rifiutò di farsi asportare chirurgicamente le parti
ammalate, perché, diceva, il suo corpo era di Dio, e lui non poteva
disporne.
Dire
che Bob Marley venga dalla Giamaica è limitativo. Bob Marley per
certi versi è la Giamaica. Quella dei quartieri poveri di Kingston,
quella delle gang che in gergo si chiamavano "Rude Boys".
La sua musica coniuga ritmi africani, soul, calypso e perfino jazz,
il tutto mescolato in un armonioso disordine
suburbano.
La scoperta di
Marley aveva in sé i germi di una rivoluzione: la musica sacra dei
ghetti giamaicani aveva un inesplorato potenziale artistico e commerciale. Anche se all'inizio nessuno ci credeva. Venti
dollari e una copia omaggio, questo fu il compenso che Bob Marley
ottenne all'inizio degli anni '70 per la pubblicazione del suo primo
singolo, "Judge Not". «E se poi divento famoso?» chiese
Marley al boss della piccola etichetta giamaicana che lo mise sotto
contratto. «Tu famoso? Ma per piacere, non scherziamo» fu la
risposta. Il primo disco ufficiale di Marley pubblicato in America fu
Catch A Pire del 1972, e fu una folgorante rivelazione. Ma è
difficile individuare il momento esatto dell'esplosione della sua
popolarità, dal momento che la sua discografia non è affatto
lineare. Molte piccole case discografiche giamaicane continuarono per
anni a pubblicare in modo semiclandestino gli album di Marley
ottenendo grandi risultati. Basti pensare a Herbsman, pubblicato
illegalmente nel 1971 : nel corso degli anni vendette più del doppio
dell'album del debutto ufficiale.
Sorprendente, dal punto di
vista ideologico, fu la sua dichiarazione di guerra, gridata a gran
voce nel 1978: «Voglio la pace, ma prima ancora, e ancor più voglio
giustizia» disse. «E l'unico modo per ottenere giustizia è
lottare. Il mio è un canto di guerra». E dire che per tutta la vita
fu considerato un leader non violento.
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