mercoledì 26 giugno 2013

Bob Marley

Profeta rasta, filologo del reggae, inventore dell'afro-pop, leader del più grande movimento pacifista degli anni '70, Bob Marley è stato tutto questo e molto altro. Rigoroso, assoluto e dissoluto: una ventina di figli sparsi per il mondo (dei quali una decina legalmente riconosciuti) e una morte dolorosa, per tumore, evitabile ma non evitata. Marley rifiutò di farsi asportare chirurgicamente le parti ammalate, perché, diceva, il suo corpo era di Dio, e lui non poteva disporne.

Dire che Bob Marley venga dalla Giamaica è limitativo. Bob Marley per certi versi è la Giamaica. Quella dei quartieri poveri di Kingston, quella delle gang che in gergo si chiamavano "Rude Boys". La sua musica coniuga ritmi africani, soul, calypso e perfino jazz, il tutto mescolato in un armonioso disordine suburbano. 
La scoperta di Marley aveva in sé i germi di una rivoluzione: la musica sacra dei ghetti giamaicani aveva un inesplorato potenziale artistico e  commerciale. Anche se all'inizio nessuno ci credeva. Venti dollari e una copia omaggio, questo fu il compenso che Bob Marley ottenne all'inizio degli anni '70 per la pubblicazione del suo primo singolo, "Judge Not". «E se poi divento famoso?» chiese Marley al boss della piccola etichetta giamaicana che lo mise sotto contratto. «Tu famoso? Ma per piacere, non scherziamo» fu la risposta. Il primo disco ufficiale di Marley pubblicato in America fu Catch A Pire del 1972, e fu una folgorante rivelazione. Ma è difficile individuare il momento esatto dell'esplosione della sua popolarità, dal momento che la sua discografia non è affatto lineare. Molte piccole case discografiche giamaicane continuarono per anni a pubblicare in modo semiclandestino gli album di Marley ottenendo grandi risultati. Basti pensare a Herbsman, pubblicato illegalmente nel 1971 : nel corso degli anni vendette più del doppio dell'album del debutto ufficiale.
Sorprendente, dal punto di vista ideologico, fu la sua dichiarazione di guerra, gridata a gran voce nel 1978: «Voglio la pace, ma prima ancora, e ancor più voglio giustizia» disse. «E l'unico modo per ottenere giustizia è lottare. Il mio è un canto di guerra». E dire che per tutta la vita fu considerato un leader non violento.


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